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“Oracolo” di Luigi Nittoli

oracolo di luigi nittoli

E se Tempo non scorresse?
Se un istante si vuotasse in uno sguardo?
Che sto dicendo?
Che mi succede?
Tra le mie mani carne dolce ed io che affogo, esterrefatto.
Non ricordo il tuo nome.
Non lasciarmi da solo con quest’anima, terrorizzata. Tutto finisce si, non ho dubbi. Il fruscio di orme nella sabbia e il rumore di un’onda che le spazza via; aspetta, non andare…
Concedimi attesa.
Vorrei solo essere normale. E dopo sii Giuditta: slabbra trachee e scarnifica quest’uomo! Trafiggi una vita vissuta nel terrore di morire al di fuori di te.
Se solo potessi imprimere tre piccole mosche di velluto grigio.
Tramutarsi etereo, eh?
Ho perso il filo…troppo citazionismo. Ma si tratta di fantasia, amore mio. E come Orfeo t’ho condannato, voltandomi a te.
Qualora non l’avesse fatto, tuttavia? Non mi capaciterei di giustificare una scesa all’inferno. Forse solo una passeggiata tra le ombre. Non riesco proprio a lasciarti andare. Non così, né mai e sempre.
Se fossi bellissima… ah! Saresti una come tante, degna dei ginocchi di un melanconico scrivano con le dita sporche.
È perché, allora, tu non esisti?
Perché? Tutto ciò che soffro è un rimpianto espletato in catrame e fogli bianchi.
Arderei ‘l mondo d’Ambra e fuoco per baciare le tue labbra; darti una forma…
E il tuo nome non lo ricordo.


Luigi Nittoli: