Il mio bambino
I giorni
si fotocopiano
al battere e levare
di buio e luce
Il tempo
si arrovella
nella brodaglia scotta del quotidiano:
la banca
il mutuo
le bollette
l’assicurazione …
…veleno
che marcisce
l’essenza dei sogni.
Al postamat stamattina
ci siamo guardati
come fanno i bugiardi
e con il cuore
incastonato
tra costole
di metallo, ruggine e inquietudine
ci siamo detti:
” non è la vita che c’eravamo promessi “
Notte insonne
I segreti
sono ora complici delle tenebre
insieme scandiscono le ore
a rigurgiti di coscienza
Mai ho udito
passi così incerti
emettere un tale frastuono
ma ho dovuto contarli prima dell’oblio
Adesso sono mie amanti le ombre
tra lenzuola d’insistente silenzio
ma al primo raggio di sole
stordito dalla luce
canto la tua fine
Cane sciolto
O cane
quante volte il tuo stomaco di fame ha pianto?
Schiacciato dal giogo della tua coscienza
che dal padron di turno
l’osso ha rifiutato
Quante volte
quel guinzaglio hai desiderato ?
Che se solo lo avessi al collo
avresti un tetto sulla testa
e una coperta sulla schiena
O cane
che sovente ai benpensanti
hai pisciato
sulle scarpe a festa lucidate
e che per questo
conosci delle notti d’ inverno la solitudine
Corri su quel prato verde
che la primavera di fiori e farfalle
ha apparecchiato
corri!
e al mondo abbaia
com’è dolce questo giorno
che altri
per un pasto caldo la domenica
han barattato.
Un volta c’eri anche tu
Una volta c’eri anche tu
a far fumare i camini
quando la neve ci chiamava in strada
e con il culo su una busta
scivolavamo sugli anni più belli
Una volta c’eri anche tu
a rincorrere un pallone
tirarlo sul portone della chiesa
e con i piedi gonfi di polvere e gioia
correre verso il domani
Una volta c’eri anche tu
ad accarezzare il grano
nuotarci dentro senza il timore di affogare
perché il grano d’ estate
tiene a galla farfalle e speranze
Una volta c’eri anche tu
sul tetto del cuore
con in braccio la chitarra
a sfidare il vento della vita
e cantare
“estate mia non te n’ andare”
Una volta c’eri anche tu …
Adesso sono qui
a guardare le impronte
che lasciammo nel campo bagnato
dall’ autunno imminente
con la nebbia tra cielo e desolazione
a coprire le strade
divenute tristi cartoline
dove gli addii hanno partorito
Il silenzio che le abita
Eugenio Lucarelli: (nato a Montefalcone di val Fortore il 24/10/1977) scrive poesie da sempre, alcune di esse sono state pubblicate dalla Casa Editrice Pagine nella raccolta ” Viaggi in Versi”, altre nella raccolta “Poesia sul Palco”. Con una sua poesia dal titolo “Fogli bianchi” (tradotta in inglese e gaelico dalla celebre cantante folk irlandese Kay McCarthy) ha collaborato ad un saggio universitario con la rivista “Studi Irlandesi, a Journal of Irish Studies. Un’ altra sua poesia dal titolo “il Funambolo” è stata inserita nella rivista on line “inpsiche.it” nel saggio “Una poesia per la mente”.